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prencipi la umanitá è splendore. Percioché il vedere un uomo di reai dignitá o di grado sovrano agli altri non essere insolente, non superbo, anzi, quanto di grandezza supera e di maggioranza, tanto meno altiero dimostrarsi, si dee stimare che sia virtú grandissima. E, appresso, ciascuno, che per altra cagione, quando che sia, possa soprastare ad altrui, se, invece di alterezza, che il piú delle volte cotale stato suole apportare, usa la umanitá, sommamente merita di esser lodato. Il perché, essendosi poco fa ragionato della clemenza di un vittorioso capitano verso di una vinta cittá, m’è caduto nell’animo di proporvi una singolare umanitá di un re verso d’un altro re suo nimico, per isciagura nella battaglia ucciso. Donde potrete scorgere il cortese animo di un prencipe, il quale, ad un suo nimico mostrato si largamente, vi dará indicio quale poi fosse e quanto benigna la costui natura verso gli amici.

Non men bello adunque e chiaro essempio di umanitá dimostrò Antigono, re degli argivi, verso di Pirro, prencipe degli epiroti, il quale, per essere in vita stato sempre umanissimo verso di altrui, ricevè il cambio della sua natia umanitá nella morte. Percioché, venendo a Pirro in animo di assaltare col suo essercito la cittá degli argivi, doppo ch’egli dato le ebbe l’assalto, vi fu per isciagura dagli inimici ucciso. Laonde, ritrovatosi il morto corpo di lui giacere in terra, avenne che Alcioneo, figliuolo del re Antigono, gli spiccò la testa dal busto, e, d’una ismisurata allegrezza ripieno, la portò al re suo padre. Il quale, vedendo la morte di Pirro, e parimente, per essere allo essercito il capitano mancato, il campo degli inimici ritrarsi e porsi in fuga, presentatagli la testa di si chiaro prencipe, quantunque del suo nimico fusse, della sciagura di quello alcuna compassione senti, e, forte l’alterezza del figliuolo sdegnando, disse verso di lui queste belle parole: — La tua etá giovenile, o Alcioneo, e la poca isperienza delle cose del mondo sono veramente cagioni che tu ora cosi altiero di questa vittoria ti dimostri, e che con letizia si soverchia godi della morte d’un tanto prencipe. Percioché ti doverebbe venire a mente la instabilitá della fortuna e i vari movimenti di quella, e come