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state belle, ognuno che le vede lo può da per sé benissimo sapere; percioché, malgrado del tempo, ancoraché il fiore di lor etá abbiano oltra scorso, riserbano ancora vestigia e segni tali della loro bellezza, con la grazia interamente perfetta, che si può dire che sieno state piú tosto degne d’essere chiamate con nome di dèe che di creature mortali.

— Veramente — disse il Susio — e’ si vede che la natura s’è dilettata di formare altrove donne, ma in questa cittá si può dire angeli. E, per mostratovi in effetto, eccovi una madonna Chiara Duodo, che di bellezza è chiara quanto il sole, né con minore splendore i lumi abbaglia di chiunque la mira. Una madonna Elena Barozza, cosi bella, cosi gentile, che, se a! tempo della Grecia fosse stata in essere, in questa parte il troiano pastore senza dubbio sarebbe stato inviato dalla dea Venere, come in luogo dove ella meglio gli avesse potuto la promessa attenere. Una madonna Marina da Mosto, Marina in nome, ma larghissimo e profondissimo pelago di bellezza, di virtú, di gentilezza e di valore. Una madonna Laura Badovara, donna veramente di grazia singolare e di bellezza rara. Una madonna Marietta Cornata ed una madonna Isabetta de’ Priuli, sua cognata, belle ambe e gentili sopra ogni uso umano. L : na madonna Chiara Giustiniana e una madonna Betta Vendramina, per la quale si gloria la natura e mostra non potere essere dall’arte superata. Madonna Cornelia Morosina e madonna Cicilia Badoara, ambe sorelle, non son elle cosi belle e graziose, che fanno maravigliare chiunque le mira? Che dirò poi di madonna Marina Contarina, madonna Camilla Calergia e di madonna Laura Quirina, tutte tre sorelle e nepoti del serenissimo ed invittissimo Francesco Donato, principe di questa cittá? la quale, se non fusse se non l’aver prodotto cosi valoroso e benigno duce, sará sempre sopra le altre famosa e gloriosa. Ma che dirò, dico, di queste tre valorose gentildonne, che cssempio di bellezza, di pudicizia, dí valore e di gentilezza sono? Io tacerò di loro, poich’io non truovo lode alcuna che debile e poca non sia al merito loro; ma, per segno che elle sien rare al mondo in ogni virtú e in ogni gentil costume, dirò che discese sono del ceppo e del nobilissimo