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e riparava. Fu il marchese, questo mirando, da nascoso timore fatto certo di quanto gli era accaduto; laonde prestamente comandò a quattro de’ suoi serventi che colui, senza dimandar chi si fusse o che colá si facesse, fusse con mantelli coperto e dentro alla cittá con esso insieme tacitamente condotto. Fu fatto senza strepito alcuno il suo comandamento, peroché il misero né diffesa né altro rumore volle fare; onde senza alcuna saputa della Briseida fu preso e quella stessa notte in compagnia del marchese, senza saper alcuno ch’egli si fusse, nella cittá menato. La Briseida con lietissima faccia il padre raccolse, e poscia, quando tempo le parve, da quel prese licenza, e, per del tutto avisare l’amante, colá giú discese alla porta usata; né vi ritrovando alcuno, si pensò che il giovane in qualche guisa avesse inteso la venuta del marchese e per miglior partito restato si fusse. Per che di questo fu assai contenta, e molto fra sé lo comendò. Il marchese, quasi indovino della vergogna sua, né sapendo ancora cui gli l’avesse fatta, avendo prima fatto espresso comandamento a chi s’era ritrovato seco che d’ogni cosa che veduto avevano tacer dovessero, e poscia licenziato ognuno, quella stessa notte si fece condurre avanti colui che nimica fortuna gli aveva dato nelle mani, e, riconosciutolo, acerbissimamente seco si dolse. Gasparo né seppe né volle far niego di cosa alcuna che colá si facesse, ma si bene con infinite ragioni iscusarsi, dalle quali niuna per sua diffesa vagliendone, fu per comandamento del marchese la stessa notte decapitato, e portatone il capo alla Briseida, con tai parole dettole per parte sua: — Briseida, questo è il capo e il fine di colui che è stato capo e principio d’ogni tuo disnore. Tuo padre a te lo manda, sperando che tu ne senta quella noia che merta il tuo fallire. — Briseida con forte animo se lo prese e disse: — Al padre mio sia detto che tosto egli averá cambio di cosi prezioso presente. — E, licenziato il servo, doppo molte lagrime, sospiri e lamenti, ben mille volte avendo baciato il pallido viso del caro amante, con la testa celatamente per la picciola porticella, onde lui far intrar soleva, soletta se n’usci e andossene al castello del padre di Gasparo, e, chiamato una de le guardie, disse per