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208 i trionfi di eva

verchio oramai, cioè quali si incontrano in ogni figlia di portinaia, essi erano compensati da una notevole signorilità e leggiadria di forme non comune, le quali se dalla moda ricevevano alcun manifesto risalto, avevano tuttavia nella natura il loro sostanziale fondamento. Inoltre la legge uguale della moda aveva alcun particolare suggello in lei, di lei e della sua feminilità. Io voglio dire che la dama in questione nell’armonia delle tinte, nella ricca compitezza de’ particolari, nella sobrietà delle audacie aveva raggiunto quella linea difficilissima e costosissima che costituisce il sommo buon gusto, differenzia la donna elegante dalla donna galante, la donna della buona società dalla donna da ventura.

Il volto pallido, dalle linee belle e forti, apparteneva a quello stadio fisiologico della seconda gioventù che è sconosciuta alle donne del buon popolo lavoratore; laddove è frequentissimo nelle signore di razza: comincia dopo i trent’anni e si protrae spesso sin oltre i quaranta e in alcuni organismi privilegiati sino verso i cinquanta, con una ben singolare stabilità che non permette assolutamente di domandare: «Signora, quanti anni avete?»

Fui dunque costretto a formulare questo giudizio sintetico: «Moglie bella, giovane, premurosa, elegante.» Ma dopo questo primo giudizio mi si presentò naturale la domanda: «Dove la è andata a pescare?» La supposizione più sem-