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Già! Cadrebbe in errore chi imaginasse Socrate come un melanconico, oppure un infastidito. Era così bella la vita, e così splendente il suo pensiero! E poi come si poteva far amare la sapienza, se la sapienza ha il tristo privilegio di renderci melanconici?

Io non dico per ciò che fosse un ottimista, perchè ottimista vuol dire anche imbecille. Ecco: era un uomo allegro, che però non fu aiutato dal cielo, come dice il proverbio, che il cielo aiuta gli uomini allegri.

Anche quando Anito, un signore di cui parleremo più avanti, lo obbligò in fine a bere la cicuta, egli non era di cattivo umore verso l’umanità! Non disse come Cristo: «passi lungi da me questo amaro calice!» ma bevve la sua cicuta.