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— La prego, signorino, di cessare da quel feroce esercizio.

Ma Bobby fissò appena per un attimo il suo pedagogo, e per tutta risposta iniziò un assalto contro Y uomo selvaggio; e calci e pugni anche a lui.

— Ma non va bene, signor Bobby, picchiare quell’infelice pupo — disse Aquilino appena cessò l’assalto contro l’uomo selvaggio.

— È Cettivaio, re dei Zulù. E poi io non picchio: faccio ginnastica.

— Ma se anche è Cettivaio e zulù, è sempre un uomo. La pietà è una nobile virtù dell’uomo.

— Ah, no! signor professore: è la virtù delle pecore.

Aquilino, alle nuove parole, contemplò Bobby come sant’Agostino riguardò il fanciullo che gli apparve miracolosamente su la riva del mare a spiegargli il mistero della Trinità.

— Scusi, da chi ha imparato a dire così?

— Miss Edith dice così.

Ed ecco il leone cominciò a ruggire, l’orso ad aprire le fauci, il cammello a dondolare il collo, mandando un lamento spaventoso.

— Smetta, smetta, signorino.... Bobby gongolava dalla gioia.

— Ah, non possono smettere finchè non hanno finito la carica. Ha paura?