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Ho capito — disse fra sè Aquilino — io e la mia pedagogia passiamo in second ordine. Non c’è niente da fare!

Però gli seccava. Specialmente vedersela mandata lì, a sorvegliare le sue lezioni! Ad onor del vero, miss Edith assisteva alle lezioni come se non ci fosse. Se ne stava silenziosa, rigida, con un libro straniero o anche con un lavoro. Solo qualche volta aiutava Aquilino con un — Bobby! — di avvertenza, che dal tuono basso della prima sìllaba, saliva ad un gorgoglìo un po’ buffo della seconda sillaba. Indubbiamente Bobby aveva soggezione di miss Edith, più che di lui.

Guarda mo’ — meditava talvolta Aquilino — , tanta pedagogia in una creatura così! E non riusciva a combinare tanta pedagogia con quei capelli quasi barbaricamente intrecciati; con quella gran turchese alle dita, e quelle unghie di rosa.

È proprio bella questa ragazza — disse una volta a se stesso, quasi con terrore, — e mettermela così, sempre davanti, è una vera crudeltà della marchesa. Cos’è poi adesso tutta questa sorveglianza?

Alle volte gli veniva questo mostruoso pensiero: Pedagogia (cioè, miss Edith) senti: Poterti fare emettere uno strido di passione!