Pagina:Panzini - Io cerco moglie!, 1920.djvu/240


— 226 —


— C’è tutto in tavola, vero? — mi domandò sorridendo.

— Sì, manca una cosa e poi c’è tutto.

— Ah, i fiori, mancano i fiori.

C’erano ancora dei gigli nel giardino: li coglie, cioè li vuol cogliere, ma il fusto resiste.

Allora io levo dall’astuccio il mio temperino d’argento, faccio scattare la lama, offro.

— Ma lei ha tutto, Sconer!

— Tutto, contessina.

Così ella taglia i gigli. Li aspira, e sospira: — Ah, deliziosi i gigli! Sentite, Sconer!

— Sì, deliziosi: ma hanno dentro l’inconveniente di quella cosina gialla. Vede?

E pulisco la cosina gialla che si è attaccata su la punta del mio naso, e — pardon! — anche sul suo.

— Piuttosto — dico — cogliamo delle rose.

Colgo una rosa, la odoro, ma vedo venir fuori due bestie. Orrore! La contessina ride, ma io scuoto la rosa e schiaccio le due bestie.

— Cosa avete fatto, Sconer! Voi avete ucciso due bellissime cetonie.

— Ma perchè erano entrate dentro le mie rose?

— Per amarsi — disse la contessina — e le rose sono il loro talamo profumato.

— Fortunate le cetonie — sospirai io.