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“Ah, è questa la rinuncia, o impostore?„ esclamai. “Ma qui succede qualche cosa di molto più grave„.

Ad un tratto, cosa vedo? Vedo la signorina Oretta che si accosta anche più verso di lui; allunga la mano, e immerge la mano dentro i capelli di lui.

La mano passava e ripassava come se pettinasse: “la dama pettinava il damigello„. Lui andava indietro con la fronte e si lasciava pettinare. Era uno spettacolo grandioso: muto. Ma io sentivo fischiarmi le orecchie. Mi parve ad un tratto che nella campagna ci fossero come nascosti dei piccoli genietti che accompagnassero quella scena con i violini. Forse erano le cicale.

Poi, non so, o era il sole che si moveva sotto la pergola, o erano i miei occhi esterrefatti, ma le due figure si spostavano stranamente.

Oretta si piegava sempre di più, o si lasciava piegare; le pupille loro si avvicinarono; i due volti si confusero, e allora non si mossero più. Ma questo evidentemente è un bacio! La musica dei genietti si fermò, e anche il sole si fermò.

Non so per quanto tempo Melai e Oretta rimasero così, perchè io ero oramai paralizzato in