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torno. — Ha perso un magnifico spettacolo: li sole agonizzava col suo più rosso e soffocato singhiozzo.

— Lo vedremo domani a sera.

— Siamo venuti — dice la contessina — a leggere i Canti Ermetici. Si ricorda, vero?

“Proprio no,„ ma rispondo: — Perfettamente! Eccellente idea! E perchè, scusi, “ermetici„?

— Perchè in apparenza non si capiscono....

— Ah, benissimo.

— Non si capiscono — corresse Cioccolani — nel senso delle parole tradizionali; ma dànno il senso panico anche alla persona più idiota.

— Così che lei vuol vedere che effetto fanno i suoi versi sopra una persona idiota? Caro lei, non si confonda: dica pure. Però guardi che lei è un bel tipo.

Non si confonde mica.

— “Idiota„ vuol dire — dice gravemente — nel suo senso primitivo, persona non iniziata.

— Per lei vorrà dire così, per me vuol dire, “stupido„. Ma lei parla in poesia e la cosa non mi riguarda.

— Sconer, vedete — si affretta a dire la contessina — , è come per la messa cantata di cui vi parlavo. Ammetterete, Sconer, che il popolo non comprende i versetti rituali; ma ne subisce la suggestione.