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— Sentiamo lei, signor Sconer — dice la contessina, — che è un’anima, direi così, vergine: che cosa vede?

— Io?

— Sì, signore — dice la contessina, — che cosa vede davanti a sè?

— La strada, che se non stiamo attenti....

— No, io parlo del paesaggio.

— Ah!

Era verso le sei e mezzo: il sole tramontava con un bel tempo di maggio: c’erano belle collinette verdi; su le collinette, belle casettine bianche con le finestre aperte, e una gran pace.

— Cosa vedo? delle case su la collina — rispondo.

— Guardi bene.

— Guardo bene: case su la collina.

— Questa è la prima sensazione — dice la contessina: ma lei si concentri e avrà una seconda sensazione. In altre parole, se lei fosse pittore che cosa dipingerebbe?

— Casette su la collina — dissi io.

— Ma non vede — insistette la contessina — qualche altra cosa fluttuare nell’atmosfera?

— Mi dispiace; ma non vedo.

La guida artistica fece un gesto d’impazienza. Cominciava a diventare seccante quel signore.