Pagina:Panzini - Il libro dei morti, 1893.djvu/69


— 65 —

signore? così ho letto sul cartello dell’uscio — poi con un fremito lagrimoso aggiunse: — Venite, mia madre muore! —

Il dottore la seguì. Ella lo precedette su per un altro ramo di scale, alzò il saliscendi di un uscio, attraversò un corridoio, e, giunta davanti ad una porticina da cui trapelava un filo di luce — È qui — disse ed aperse ed entrò piano.

Una lampada a petrolio gettava la sua luce scialba su di un ammasso erto di guanciali dove posava un torso spaventosamente scarno ed una faccia che la morte già avea composta per il suo regno.

La pupilla era quasi vitrea; i capelli grigi, sparsi sul guanciale, madidi di sudore. Solo, di quando in quando, un dolore tenebrante contraeva i muscoli del volto, mentre lo sterno, quasi una forza spietata lo avesse spinto di sotto, si levava lento ed orribile così che le apofisi de le clavicole si disegnavano sotto la cute; poi ricadeva giù come un mantice sfiatato per rialzarsi con nuova angoscia.

— È vizio cardiaco? — disse il dottore rivolto a la giovane.

Il libro dei morti — 5