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336 Diario sentimentale

accorciata, bendata da per tutto: Es macht nichts! Gran pòpolo! Si può lasciare su la strada la propria bicicletta e se ve la rubano, state certi che non è un tedesco.

Il mio collega ride piacevolmente.

Gran pòpolo! Ma se vince non si salva più nessuno! Le atrocità commesse, nessuno le racconterà. Malines così (un gesto, rasa al suolo) come Messina; peggio! Le fucilazioni, le vendette contro gli italiani nel Belgio, smentite nei giornali, vere!

I ticinesi cantano:

Talian han ciulà! So ist. «Così è» dicono i tedeschi. «Appena potremo, lascieremo tutto, Russia, Francia, Inghilterra, per venire contro di voi. Guai, guai agli italiani che sono in Germania!».

Il mio collega rimane con l’osso buco sospeso.

***

29 Gennaio, 1916.

Penco, soldato in Savoia cavalleria, figlio di un colonnello, veniva qui, a casa mia, come compagno, un po’ melenso in verità, di quell’altro povero figliuolo di Meloni, quello che voleva essere ùssero della morte.