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di Alfredo Panzini 311

dea liberale, che coalizza il mondo, ed un prestabilito stòrico di immane tirànnide, illuminata da tutte le lampade della scienza, ma medioevale, che è la Germania? Quale rivoluzione volete voi fare? La «settimana rossa?»

Per gli operai, infatti, la settimana rossa è una glòria, come per i greci di Pericle la battaglia di Maratona.

Chi sono questi neutri rossi? Io credo che essi siano gli eredi stòrici dei sanfedisti del Trentuno e del Quarantotto.

La loro gretta ed ostinata neutralità forse ebbe una funzione: esasperare il sentimento di onore nazionale sino alla guerra. Un partito socialista italiano avrebbe forse dato altro corso agli avvenimenti.

Mussolini sente che l’Italia non può essere ritemprata che rivoluzionariamente. «Questa guerra è una rivoluzione». E poi?

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5 Settembre, 1915.

Noi ci troviamo di fronte ad un fenòmeno che ha il tetro aspetto dell’inesoràbile. Questo orrendo stermìnio di guerra è un assurdo, come ogni