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310 Diario sentimentale

Questa, signori borghesi, è lotta di classe, la guale è spiacevole, ma Za guerra non si fa coi guanti. La teppa non è spregevole, io non la ripudio, come la rivoluzione di Francia non ripudiò i Sanculotti. Possono avvenire fatti spiacevoli. Ma la storia li sancisce poi con ampi «bill» di indennità. Socialismo è guerra; non pacifismo.

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A Milano Benito Mussolini venne denominato Federico Barbarossa.

Si diceva:

«E chi l’ha chiamato questo meteco, che viene a portare lo scombùglio a Milano, città di commercio e di lavoro?». Probabilmente i compagni gli avranno chiesto: «Sei rivoluzionario sul serio? In tale caso sei ingènuo.»

L’uomo doveva èssere sincero. Dopo essere stato scomunicato ieraticamente, ha detto;

«Io soffocavo entro la camicia di Nesso. Per vivere ho dovuto strappàrmela.»

Egli, contro i suoi già compagni, ha adoperato quest’argomento: «Ma che rivoluzione volete voi fare, voi che vi rifiutate di camminar con la storia, che vi ostinate a vedere nel conflitto del mondo solo un conflitto econòmico, non il conflitto fra l’i-