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di Alfredo Panzini 287

guerra, parlando con un cittadino notabile di Cesena, mi congratulavo con lui che la sua città avesse un sì degno figliuolo. Mi ascoltava e faceva: — Si, così e così! Un ragazzo d’ingegno, ma va dietro alle belle bordelle (le ragazze del popolo).

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Oh, non si pensi male, povero Renato! Egli ripeteva l’antico dramma dell’uomo di ingegno, che si imbatte nella visione della donna; e vede il sole quando appare il dolce viso; e dietro quella giovanezza di belle bimbe forse egli modulava, come un rosignolo, versi e strane parole d’amore. Che abbia mai detto con Guido Guinizelli: «Passa per via sì adorna e sì gentile, che basa orgoglio cui dona salute»?

Certamente deve averlo pensato!

Povero Renato! Al vedere quell’alta figura bianca, con un suo strano andare dinoccolato, con il volto sbarbato, all’udire sì inusitate parole, esse si saranno voltate e avranno detto: «Ghignous, antipatic! Vada bene per la sua strada!» O si saranno messe a ridere.

Ora un segreto martirio si venne formando nell’animo di lui: che la cosa più da lui bramata gli sarebbe stata negata: la sua giovinezza mai