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262 Diario sentimentale

su queste acque cupe la barca della morte, non mi meraviglierei.

Perchè la gente fa gite per vedere questo lago? Perchè nessuno mi disse di questa tristezza? Non ne ebbero la sensazione?

Si mangiò qualche cosa che avevamo con noi, poi si deliberò di ritornare, salendo l’alpe e passando per l’altro versante.

Alta alpe. Non vestìgio umano: macigni come làpidi e tombe. Vegetazione diversa, strana, nana. Si passa fra alte fòglie frusciami: un non so che di pauroso! Luoghi inabitati! Le nubi corrono basse come una cavalcata di globi bianchi. Io mi fermo. Le guardo venire: dal profondo della terra sèmbrano venire: ecco mi invèstono. Si è fatta tenebra. Il sole dove è? È il 15 luglio? Le nubi danno un senso di notte! L’orologio mi dice, invece, che sono le ore tre dopo mezzodì.

Sento una voce: è Dante:

               Ricòrdati, lettor, se mai per l’alpe
               Ti colse nebbia per la qual vedesti
               Non altramenti che, per pelle, talpe.

Nulla infatti più io vedo. Camminiamo a fatica. Per dove? L’occhio non giunge che a pochi passi davanti a noi. Ma ecco si leva il vento. Una