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di Alfredo Panzini 235

è un areoplano, un dirigibile, uno Zeppelino con denter i tedesch!

Milano, al buio e col lume di luna, ha effetti fantàstici, insospettati. Si cammina trepidanti come in un quadro vivo. Botteghe chiuse, semichiuse, donne atterrite.

— Ma, mia cara signora — spiego ad una signora bellina, elegante, sola, soli nel tram buio — siamo appena in principio.

Ha il marito richiamato. Volevo dirle: «Morto un papa se ne fa un altro». Ma non è tempo di facèzie.

Si parla di una squadriglia di areoplani avvistata sul lago di Garda; due sono stati abbattuti a Brèscia, uno a Bergamo. E gli altri? Si dirìgono su Milano. Sono attesi di àttimo in àttimo come terrìbili personaggi annunciati dal cameriere. Il grosso lattaio meneghino, che fa i grandi gelati di panna e di fràgola, esclama col suo vocione rauco di antica grappa: «El noster pover Milan, tant pacific! Quella Madonnina inscì bella, inscì dorata, poderian no quatalla con quel tocc de pizz che la ga dree?».

Si dice che metteranno la montura grigia anche alla Madonnina del Duomo.

Per via Fiori Scuri, (scura davvero, chè il gran muro del palazzo di Brera vieta alla luna