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LE MOSCHE E LA POLONIA.


Non mi accusate di essere positivista, scettico o come meglio vi piace chiamarmi. Io, alla vostra età — parlavo con un giovane amico — ero terribilmente romantico ed idealista. Combattere per la infelice Polonia era il mio sogno...

— Non per il Proletariato?

— No, mio giovane amico; allora non era ancora di moda quella cosa che voi dite.

— Non c’era il Socialismo ai vostri tempi?

— Sì, c’era; ma era — come dire? — ancora a balia: un grosso, tozzo marmocchio di una voracità incredibile che lasciava indovinare uno sviluppo prodigioso: un po’ bruttino, sia espresso col dovuto rispetto, ma marmocchio ancora, come vi dicevo. Ah, morire con una palla in fronte e il sole polacco davanti agli occhi, centuplicava l’ebbrezza della mia gioventù! La mia gioventù è fiorita agli ultimi bagliori del Romanticismo. Ma anche senza Romanticismo, sta il fatto che pei giovani la Morte spesso si presenta come una forma eroica di Vita. Se la natura non ci usasse questo lugubre scherzo, le guerre sarebbero finite