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COME LA LINGUA
DELLA SIGNORA SI CALMÒ.

La signora entrò in casa, si gettò sul sofà, tacque, cioè no; si preparò a parlare: invocò il nome di Dio — riservato così spesso, ohimè! per gli attacchi d’emicrania — si levò di scatto, spalancò due o tre porte a vetri, e si precipitò, cioè scoppiò nello studio di suo marito.

— Io non ne posso più, più, più! Capisci tu? intendi? fai il sordo? l’oca? lo stupido? il superuomo? Io soffro, ho dei dolori atroci, mi sento come svenire; non mangio più, non dormo più, non digerisco più. Sono diminuita di tre chili e mezzo. Capisci tu cosa vuol dire diminuita di tre chili e mezzo? Ho delle vampe, delle fiamme; poi un gran freddo, un gran gelo; poi tutto un formicolìo; il cuore si ferma, dà dei colpi, poi mi sfugge, non lo sento più, lo sento in gola: mi chiude, mi soffoca! Ho un vizio di circolazione, l’arteriosclerosi, capisci? È orribile l’arteriosclerosi, capisci? Orribile! E quest’uomo