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92 parte prima

dini fisiche. Essa non caccia, non pesca, nè si batte, ma cura la casa, la cucina e la famiglia, ed è operosissima.

Ora va a cercar radici, ora le frutta del bosco; ora pettina il cháguar e fila, ora fa reti, fa borse e tesse; ora appronta la cucina, compone la casa, fa le bibite fermentate per gli uomini, conserva le provviste; ora aiuta il compagno a seminare, ponendo i chicchi nei buchi degli scarsissimi còlti; ora è attenta a raccogliere. Ed è madre.

In tutte le tolderie dove sono stato mi ha meravigliato quell’insieme di casa nostra campereccia nelle occupazioni delle donne, intente sempre al lavoro. Donna si dice in mattacco tziná e chiéqua o céqua, e quest’ultima parola vuol dire anche moglie.

Un Indiano può avere più mogli, ma rare volte le tengono nella stessa capanna; il numero dipende dalla ricchezza che abbia il marito per mantener le diverse famiglie; ricchezza non stabile, può esistere tra questi nomadi, ma ricchezza mobile dirò, che può consistere in pelli, in pecore e anzitutto nelle attitudini al lavoro e predare che possiede l’uomo.

Son pochissimi, e forse nessuno, i cacicchi che abbiano una sola moglie. La moglie può essere ripudiata, e allora ridiventa padrona di sè, ma rare volte si rimarita, perchè quasi sempre si trova ad aver perduto le attrattive della gioventù, e perchè spera che il marito torni a ricordarsene e perchè glielo impedisce il pudore di fronte alla tribù. Un ripudio però è quasi sempre motivo di disgusti e di vendette tra le famiglie.

In luoghi come questi qua, dove la donna perde presto ogni attrattiva, e dove le continue battaglie decimano gli uomini, l’uso della poligamia è una necessità sociale per la tribù, chè se no rimarrebbe spopolata, è una necessità fisica per l’uomo e per le molte donne, perchè diversamente rimarrebbero celibi. Nondimeno non mancano le traviate e le prodighe, per le quali havvi il nome di amoeccue.

L’Indiano è geloso e crudele con la donna creduta infedele. La volta che facemmo visita alla tolderia di Peiló, una