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Basandosi sulla cosmologia di Tolomeo (100, 178 d.C.), fino al 1500 gli astronomi calcolavano le posizioni dei pianeti attribuendo loro traiettorie arbitrariamente complicate. La teoria era artificiosa ed irrazionale, i calcoli paurosamente laboriosi, ma si potevano introdurre varianti sufficienti ad ottenere sempre un buon accordo con le osservazioni, dunque la teoria era buona. Se ci sono abbastanza parametri liberi qualunque teoria è buona. Dal 1600 sappiamo invece che era completamente sbagliata!

La teoria giusta era eliocentrica, molto più semplice, già nota al greco Aristarco di Samo (310-250 a.C .) e riproposta nel 1543 da Copernico nel suo De Rivoluzionibus. Per quasi 2000 anni tutti gli astronomi del mondo, molti dei quali erano valenti studiosi di grande ingegno e vasta cultura, hanno ignorato una soluzione semplice come la cosmologia eliocentrica, che oggi bambini di dieci anni apprendono senza difficoltà. La complicata teoria quantistica potrebbe seguire la stessa sorte riservata alla assurda cosmologia di Tolomeo.

La nuova Meccanica operazionale dello spazio-tempo risolve l’annoso mistero del dualismo onda-corpuscolo, completando l’unificazione della Meccanica con l’Elettromagnetismo. Il terzo effetto relativistico riconduce anche i fenomeni quantistici nell’ambito della Relatività. Oggi queste affermazioni possono apparire folli o rivoluzionarie, in realtà sono lo sviluppo naturale e rigoroso delle idee originali di Planck e di Einstein. Lo scopo di questo saggio non è una rivoluzione scientifica, si deve considerare piuttosto un ritorno ai primi fondamenti della Fisica, per un più maturo ripensamento di antiche questioni liquidate troppo in fretta.

Spesso sentiamo importanti personaggi del mondo scientifico dichiarare grande disponibilità verso le nuove idee, ma il lettore non si illuda, le nuove idee non hanno mai avuto vita facile. La storia della Scienza da Galileo ad oggi dimostra che le idee nuove ed originali hanno sempre incontrato una fortissima resistenza da parte del mondo accademico. In ogni tempo e in ogni campo dell’attività umana il potere si realizza e si accresce esaltato dallo spirito di conservazione. Questo vale anche per il potere accademico.

I Signori della Scienza sono sopratutto disponibili verso le proprie nuove idee. La loro attività di ricerca è in gran parte finalizzata a trovare cospicui finanziamenti che aumentino il prestigio ed il potere del proprio gruppo a scapito dei concorrenti. È ovvio che sia sempre assai poco gradito l’arrivo di idee veramente nuove ed originali.