Pagina:Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia.djvu/87


83

e soddisfatta di avere con ciò espresse le proprie aspirazioni, non ostinarsi in quella espressione dopo che il parlamento l’avea respinta come incostituzionale. — I messinesi si condussero altrimenti. Nominarono un solo repubblicano, Giuseppe Mazzini, insieme con altri molti che avevano protestato della loro divota adesione alla nostra monarchia; e quegli elettori medesimi che avevano votato con entusiasmo per Mazzini, facevano pochi giorni dopo una rumorosa dimostrazione in onore di Vittorio Emanuele, più non ricordo in quale particolare occasione, togliendo con ciò ogni possibile significato al singolare loro voto. Poi quando il parlamento, condannando la illegalità della elezione, la cassò, i messinesi la rinnovarono, mettendosi così in urto ed in ostilità non più col governo, ma colla rappresentanza nazionale, che è quanto dire colla nazione e con sè medesimi.

Lo stesso ha fatto più recentemente Palermo, nell’occasione della legge votata dal parlamento per l’abolizione degli ordini religiosi. Tutti conoscono le orribili scene che scaturirono dalla fanatica superstizione dei palermitani, ad istigazione evidente dei frati e delle monache, inferociti per l’abolizione dei loro privilegi. Nessuno vorrà dire che un popolo capace di simili eccessi sia maturo per godere di una regolare libertà; e i più indulgenti confessarono che un poco di educazione civile e politica, non sarebbe superflua pei siciliani. Ora, questa educazione chi pensa a darla, e come sarà data?

I napolitani hanno l’aspetto e le forme più civili dei siciliani. Oltre ciò hanno una intelligenza così aperta ed una fantasia così svegliata, che prontamente imparano, e si fan proprie le cose, o almeno l’apparenza delle cose che loro passano sotto gli occhi. Aggiungiamo pure che se non le idee, le parole di costituzione, di parlamento, ecc. non giungono ad essi nuove, mentre ebbero un principio di effettuazione nel 21, ed un altro ne avevano avuto sul finire dello scorso secolo. La presenza di cospicue famiglie straniere che a Napoli accorrevano, ivi attratte dalla bellezza del cielo e dalla mitezza del clima, vi avevano introdotto alcune abitudini civili, e sparso una certa gentilezza di modi sopra una popolazione naturalmente alla gentilezza inclinata, quando non sia trasportata da passioni violenti e sfrenate. Napoli diffatto ed il suo popolo hanno progredito verso la vita civile dal 60 in poi. Certe immondezze scomparvero dalle pubbliche vie: certe nudità permesse dal clima, ma vietate dalla civiltà, più non si