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(largamente esposte nella lettera che si legge a cc. 45-521 del medesimo ms.), Budai usa l’alfabeto latino. Tutto ciò che il ms. contiene, è, per quanto io mi sappia, inedito, ad eccezione di qualche strofa del poema eroicomico: Trei Viteji riportata dal Bogdan-Duică nello studio poc’anzi ricordato; sicuramente inedita è ad ogni modo la traduzione del Metastasio che più da vicino ci riguarda. Per finire, osserveremo che nella traduzione del Temistocle, per uno sbaglio di legatura che ha determinato un conseguente errore di numerazione, la c. 33 è diventata 36 e così di seguito le cc. 35 e 36 son diventate 33 e 35, di maniera che bisogna leggerle nell’ordine seguente: 3633, 34, 3335, 3536, 37 (indicando col numero sopra il rigo la numerazione errata attuale e con quelli sotto il rigo la numerazione esatta) se pur si vuole diano un senso compiuto. Eccone intanto un estratto, che sarà, credo, sufficiente a mostrar quali sieno le caratteristiche di questa traduzione, che, per lo scopo che si propone, per le particolarità lessicali e ortografiche che presenta e che mostrali già chiaramente formulata la teoria dell’italianismo; infine per essere la sola traduzione in versi che possediamo di un dramma del Metastasio, è forse la più importante di quante abbiamo finora avuto occasione di esaminare:

[Biblioteca Academiei Române, ms. No. 2427]


[c. 36 r.]
Excerptum ex opere Manuscripto.

Temistoclu.

Dràmma, izvodeitu antèyo de Petru Metastàsu in leimbàa italenèsca; qua 5 Pròba: cu quàre se arata; que leimbàa nòstra prein cultùra sae pòte cu vrème alaturà celii italenesci.

Historia dein quàre se hávu scossu acésta Dramma.

Fostu-hàvu Atenénul’ Temistòclu; unul’ deintru celi mài luminàti capitànni ’a Hellàdei, nò odàta operàe elu cù charniceia si cu statul’ cinstea și slobozeia Patriei Sále. Țára dúpa vesteita Batalleia della Salamina; unde cu micu numeru de hostasi, frànsae și infugàe nenumeràta hostea lui Xersu imperàtul Persilor; atâta slavva dobendei; [c. 36 v.] quàto nemulçămitorii atenéni, veri



  1. Le cc. 53, 54 e 55 contengono un frammento di altra opera di Budai-Deleanu, che non ha niente a che fare colla Lettera ortografica, di cui parla il catalogo. Si tratta di una quarantina fra massime e proverbii scritti in caratteri latini ed appaiono di età posteriore agli altri scritti compresi nel codice.