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servita di tramite fra l’italiana e la rumena, e, per ciò che riguarda il Metastasio, abbiamo anzi già visto come la famosa canzonetta A Nice debba al Rousseau la fortuna di poter aggiungere alle altre anche una traduzione nella lingua dei discendenti di Trajano.

Seconda in ordine di tempo, ma ben più fortunata, perchè, a differenza di quella del Beldiman, potè veder la luce per le stampe, è la traduzione dell’Achille in Sciro, apparsa a Sibiiu il 1797. Ne è autore il Paharnic Iordache Slătineanu, quel medesimo che intorno al 1803-4 vediamo abbonato allo Spectateur e voglioso di abbonarsi all’Almanach des dames per mettere a parte anche sua moglie di quei beneficii della cultura occidentale, dei quali ci si mostra non meno de’ suoi contemporanei ammiratore ed entusiasta.

Malgrado però fin d’allora qualche giornale italiano cominciasse a farsi strada in Rumania, non abbiamo notizia che il figliuolo di quel „Giorgio Slatigniano log-i” che spingeva la sua simpatia per l’Italia fino ad italianizzare il suo nome, vi si fosse mai abbonato. Il Iorga1 non ci parla infatti che di un Ienachi Sterie, il quale, da certi registri dell’Agenzia di Bucarest, risulterebbe lettore d’un giornale di Milano e precisamente del Redattore italiano; ma costui era, a quel che pare, un onesto commerciante di quelli che badano ai fatti loro e non s’impicciano di letteratura nè di politica, bellissime cose ma che non cavano un ragno dal buco e servon solo ad occupare il tempo ai perdigiorni. Del resto il nostro Paharnic confessa candidamente d’aver tradotto il suo Achille dal greco, non sapendo come meglio occupare il suo tempo, lontano com’era (e gli piaceva di essere) da ogni maneggio politico.

Una descrizione, come al solito diligente e accurata, di questo volumetto ch’è un vero cimelio dell’antica letteratura rumena troviamo sotto il n. 611 nella Bibliografia românească vechie del Bianu-Hodoș, sicchè potremmo risparmiarci la pena di trascrivere il frontispizio. Visto però che in Italia questa pubblicazione è tutt’altro che alla mano, ne diamo qui, in facsimile, il frontispizio seguito dalla trascrizione:



  1. N. Iorga, Istoria literaturii românești în secolul al XVIII - lea, II, 433.