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quando, per via di terra, ne riparte alla volta di Venezia. Il primo giugno era a Bologna, dove lo lascerem riposare, dopo (nientemeno) 12 anni di peregrinazioni quasi ininterrotte.

Privo assolutamente di velleità letterarie, il viaggio del nostro Alberti, si annunzia bene fino dal titolo, un po’ troppo lungo, ma per compenso spirante una deliziosa praticità commerciale, per cui si legge tra le righe che l’autore si gloria non d’aver scritto un viaggio, come un qualsiasi miserabile letterato, ma d’aver condotto in porto sani e salvi i suoi trentadue carri di „tapedi, reobarbaro e seda”, superando le non poche difficoltà che „quella maledetta razza de’ Turchi”, fra cui aveva dovuto scegliere i „carrettieri” gli opponeva quasi ad ogni passo. A capo del volumetto1 troviamo infatti scritto semplicemente così:

Viaggio fatto da me Tommaso Alberti da Costantinopoli in Polonia cioè, in Leopoli, per via di terra, con molli effetti dei signori miei venetiani, cioè 27 carri carichi di tapedi, tre carri di reobarbaro, due carri de sede, tutto per condurre alla lor casa aperta in Leopoli, ed io sopracarico di sudette robe; quali carri erano tutti condotti da Turchi.

Quei „maledetti turchi” son la preoccupazione costante del povero Alberti! Con qual sospiro di soddisfazione ci fa sapere il 2 novembre d’essersene liberato per sempre! „Alli 2 detto [Novembre 1612], facessimo levata [da Sohaali]2, camminassimo dietro il Danubio; a mezo giorno, giungessimo a Mecina (Măcin) villa e scala del Danubio, cioè doccana e dacio della confina della Turchia; discargassimo tutti li carri, pagassimo il dacio, ci sbrigassimo da quella maledetta razza de’ Turchi, ma con molte difficultà, e ci liberassimo da quelli furbi de nostri carret-

  1. Viaggio a Costantinopoli di Tommaso Alberti (1609—1621) a cura di A. Bacchi della Lega, Bologna, Romagnoli, 1889. Forma il No. XCCXXI della Scelta di curiosità letterarie. Cfr. Iorga, Călători, Ambasadori și Misionari în țările noastre și asupra țărilor noastre in Buletinul Societății Geografice Române, Anul X (1898) pp. 53 sgg. Non avendo a mia dispozisione il volumetto della Scella di curiosità letterarie, cito dall’estratto fattone dal Iorga a pp. 58—63 dello studio di sopra citato.
  2. Nè il Iorga, (op. cit., p. 59) nè altri è riuscito a identificar codesta località.