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Le «Orațiile de nunta» («Parlate di nozze») son poesie che si cantano dai giovanotti che, a cavallo e vestiti cogli abiti da festa nel bel costume nazionale e condotti da un parente dello sposo, cui si dà il titolo nobiliare di «vornicel»1, vanno a chieder la mano di una ragazza. Esse comincian tutte colla descrizione di una caccia del «Voda», che, inseguendo una cerbiatta (lo stesso motivo troviamo nelle «Stanze per la Giostra» del Poliziano) apparsagli come in una visione di leggenda, l’ha vista rifugiarsi nell’aia del futuro suocero. — Eccone un esempio:


ORATIE DE NUNTĂ

(Parlata di nozze)


Buon giorno, onorati suoceri!
Buon giorno a voi, giovani valorosi2, qual buon vento vi mena a noi?
Ebbene, suoceri onorati,

visto che ci avete domandato
perchè, sarebbe a dire, siam venuti
e al vostro cancello ci siam fermati;
vi daremo la risposta,
ma tenete a freno la lingua
e tacete come pesci,
se volete ascoltar la nostra parola.
Perchè con tanta fretta
domandan lor signori
il perchè del nostro arrivo?
Che aspetta qui tutta questa gioventù?

  1. Da «Vornic» psl. «Dvoriniku» (da dvor=porta), titolo di nobiltà («boiero grande di divano») corrispondente a «custode delle porte di una città fortificata» («Vornic de Suceava», fortezza di Bucovina, in cui, in tempi difficili, si rifugiava il Voda colla corte e parte della popolazione) e quindi Castellano, custode della fortezza). Il «vornicel» dei cortei di nozze è considerato come un piccolo «vornic», giovane cioè di buona famiglia scelto dallo sposo e dalla sposa per accogliere il corteo dei giovanotti che recan l’ambasciata, invitar gli ospiti a entrare in casa, condurre le danze, dirigere il pranzo nuziale, dare il segnale dei brindisi e stabilirne l’ordine, condurre gli sposi in chiesa e riaccompagnarli a casa.
  2. «Voinici» da «voinic» psl. vojnikŭ=coraggioso, valoroso, eroe, soldato, giovanotto; ma era anche una specie di titolo di nobiltà che il «Voda» concedeva dopo una battaglia ai giovani soldati che avevan fatto più prove di coraggio. Poi che in questo significato, non è registrato nè dal Candrea, nè dal Gaster, nè dal Damè, diamo un esempio: «Acolo fărù Stefan - Vodă ospăt mare Mitropoliților și Episcopilor și Boierilor săi și la toata oastea sa și multi viteji a făcut atunci și dărui multe...». («Ivi fece Stefan-Voda gran banchetto ai suoi Metropoliti, Vescovi e Baroni e a tutta la sua oste, e molti "valorosi” creò e molti doni distribuì...»). Bogdan, Cronici inedite, p. 38