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io de’ singulari ingegni dei vostri acutissimi cittadini, i quali non solamente alla cura delle cose domestiche e private; non solamente ad amplificazione, e difesa e osservanzia della Repubblica; ma diffusamente sparti per tutto il Mondo, la vita i costumi e la industria antecedono di tutti gli altri! Che dirò io di questa costante e tranquillissima libertà? Che quante volte siete stati da potentissimi Duchi, da fortissimi Re, da infestissimi eserciti combattuti, non solamente avete le vostre ingiurie con altissimi e prestantissimi ingegni represso e vendicato; ma ogni incendio e gravità di fortuna, e ogni impeto d’arme, subito con somme forze, e con magnanime imprese avete per infino nelle proprie regioni de’ vostri nimici transferite. Che dirò io di questa vostra mirabile osservanzia di religione ne’ sacri e divini culti tanto sommamente prestante e magnifica, che appena intendo, se più celebranda o più solenne osservare si potesse infra’ mortali? Che dirò io della illustre pompa di questi vostri amplissimi Ordini? Che della singular modestia e gravità de’ vostri apparatissimi Magistrati? Che dello splendido ornato de’ vostri giocondissimi cittadini? Che della sublimità e prestanzia de’ sacri Templi? Che de’ privati e pubblici edifici? Che finalmente d’ogni bellezza e splendore di questa vostra florentissima Patria, o di qualunque ornamento mirabile di questa insigne e fortunatissima Città vostra? Le quali cose sono tali e tante, che non solamente la bassezza del piccolo ingegno mio, ma ogni eleganzia e facundia di tutti gli antichi eloquentissimi Oratori, latissimamente vincerebbono. Se adunque io non referisco le amplissime laude di questa vostra gloriosa Repubblica, quanto l’animo m’incitava, e quanto per la celebrità di questo solennissimo dì, e per la prestanzia, e nobilità di questo eccellentissimo luogo, degno e merito (1) mi pareva; prego le eccelsitudini vostre, che non alla debilità (2)

(1) Merito. Per meritevole. Bemb. lett. Vol. 1. lib. 4. Ella conoscerà non avere amato persona non merita della sua buona grazia ecc. (2) Debilità. Debolezza, fiacchezza.