Pagina:Orazioni di Buonaccorso da Montemagno il Giovane.pdf/21

8

mente e in pace era apparecchiato? O forse quello mi commosse, che, insieme con l’altre cose, Cicerone mi rimprovera, grandissimo debito d’infinita pecunia; incredibile necessità di cose familiari; e finalmente immoderata avarizia di rapire e predare le sustanze aliene. Ma in uno uomo stoltissimo saria temerario questo stimare; che, per avere alquante ricchezze, alcuno ordini tante turbazioni e discordie alla sua Repubblica. Conciossiachè a un uomo Patrizio, e Consulare in una Città tanto abbondantissima1 oneste ricchezze non possano mancare. Tanti guadagni voluntariamente innanzi s’offerano, e tanto entrate del pubblico erario; che se alcuno un poco la coscienza maculare volesse, nè in tutto al debito della onestà non ubbidire; incredibile è a dire quanto facilmente di qualunque ricchezza diventi copiosissimo. E per tacere degli altri, tu solo, Cicerone, mi se’ manifesto e attissimo esemplo, il quale quasi innanzi a ieri in questa Città venuto, di ciascuna cosa mendico e bisognoso, dappoi che i magistrati hai ottenuto, tanta moltitudine di ricchezze quasi in uno momento hai ragunate, che tutte le Colonie e Ville di questa città, appena sarieno a sufficienza ai tuoi contratti, e sontuosi mercati. Adunque a me inconsideratamente rimproveri l’avarizia e povertà, e uno grave peso di presente debito, le quali cose tutte per più sicuro modo avrei potuto mitigare, che la Republica quieta e pacifica perturbare; cose incerte per certe tentare; e me finalmente per un piccolo comodo a gravissimi casi e pericoli sottomettere. Nè per cagione ancora di private inimicizie, delle quali io sono accusato, tanta sceleraggine avrei incominciata. Nessuno è in questa Republica, Padri Coscritti, il quale io per inimico abbia. Solo Cicerone a me sommamente è odioso e molesto; che le sue iniquità, le quali occultamente

commette, mai per alcuno tempo non ho potuto tacere. Le cui

  1. Questo accrescimento al superlativo è modo molto efficace, usato da gli scrittori del buon secolo; pur non di meno conviene che si adoperi quando la materia il richiede e con diligente temperanza.