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62 adelchi

Accorata così. Di Dio, nol vedi?,
Questa è pietà. Vuoi che mi lasci in terra
Pel dì che Brescia assaliran? per quando
Un tal nemico appresserà? che a questo
Ineffabile strazio Ei qui mi tenga?

                       ansberga.
Cara infelice, non temer: lontane
Da noi son l’armi ancor: contra Verona,
Contra Pavia, de’ re, dei fidi asilo,
Tutte le forze sue quell’empio adopra;
E, spero in Dio, non basteranno. Il nostro
Nobil cugin, l’ardito Baudo, il santo
Vescovo Ansvaldo, a queste mura intorno
Del Benaco i guerrieri e delle valli
Han radunati; e immoti stanno, accinti
A difesa mortal. Quando Verona
Cada e Pavia (Dio, nol consenti!) un novo
Lungo conflitto...

                       ermengarda.
                           Io nol vedrò: disciolta
Già d’ogni tema e d’ogni amor terreno,
Dal rio sperar, lunge io sarò; pel padre
Io pregherò, per quell’amato Adelchi,
Per te, per quei che soffrono, per quelli
Che fan soffrir, per tutti. - Or tu raccogli
La mia mente suprema. Al padre, Ansberga,
Ed al fratel, quando li veda - oh questa
Gioia negata non vi sia! - dirai
Che, all’orlo estremo della vita, al punto
In cui tutto s’obblia, grata e soave
Serbai memoria di quel dì, dell’atto
Cortese, allor che a me tremante, incerta
Steser le braccia risolute e pie,
Nè una reietta vergognar; dirai
Che al trono del Signor, caldo, incessante,
Per la vittoria lor stette il mio prego;
E s’Ei non l’ode, alto consiglio è certo
Di pietà più profonda; e ch’io morendo
Gli ho benedetti. - Indi, sorella.... oh! questo
Non mi negar.... trova un Fedel che possa,
Quando che sia, dovunque, a quel feroce
Di mia gente nemico approssimarsi....

                       ansberga.
Carlo!

                       ermengarda.
               Tu l’hai nomato: e sì gli dica:
Senza rancor passa Ermengarda: oggetto