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la passione 669

 
Oh spavento! lo stuol de’ beffardi
Baldo insulta a quel volto divino,
Ove intender non osan gli sguardi
52Gl’incolpabili figli del ciel.
Come l’ebbro desidera il vino,
Nell’offese quell’odio s’irrita;
E al maggior dei delitti gl’incita
56Del delitto la gioia crudel.

Ma chi fosse quel tacito reo,
Che davanti al suo seggio profano
Strascinava il protervo Giudeo,
60Come vittima innanzi a l’altar,
Non lo seppe il superbo Romano;
Ma fe’ stima il deliro potente,
Che giovasse col sangue innocente
64La sua vil sicurtade comprar.

Su nel cielo in sua doglia raccolto
Giunse il suono d’un prego esecrato:
I Celesti copersero il volto:
68Disse Iddio: Qual chiedete sarà.
E quel Sangue dai padri imprecato
Sulla misera prole ancor cade,
Che, mutata d’etade in etade,
72Scosso ancor dal suo capo non l’ha.

Ecco appena sul letto nefando
Quell’Afflitto depose la fronte,
E un altissimo grido levando,
76Il supremo sospiro mandò:
Gli uccisori esultanti sul monte
Di Dio l’ira già grande minaccia,
Già dall’ardue vedette s’affaccia,
80Quasi accenni: Tra poco verrò.