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664 inni sacri

 
     Tal si giaceva il misero 15
     Figliol del fallo primo,
     Dal dì che un’ineffabile
     Ira promessa all’imo
     D’ogni malor gravollo,
     Donde il superbo collo 20
     Più non potea levar.
     
     Qual mai tra i nati all’odio,
     Quale era mai persona
     Che al Santo inaccessibile
     Potesse dir: perdona? 25
     Far novo patto eterno?
     Al vincitore inferno
     La preda sua strappar?
     
     Ecco ci è nato un Pargolo,1
     Ci fu largito un Figlio: 30
     Le avverse forze tremano
     Al mover del suo ciglio:
     All’uom la mano Ei porge,
     Che si ravviva, e sorge
     Oltre l’antico onor. 35
     
     Dalle magioni eteree
     Sgorga una fonte, e scende,2
     E nel borron de’ triboli
     Vivida si distende:
     Stillano mele i tronchi; 40
     Dove copriano i bronchi,
     Ivi germoglia il fior.
     
     O Figlio, o Tu cui genera3
     L’Eterno, eterno seco;
     Qual ti può dir de’ secoli: 45
     Tu cominciasti meco?
     Tu sei: del vasto empireo
     Non ti comprende il giro:
     La tua parola il fe’.