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470 osservazioni sulla morale cattolica

CAPITOLO OTTAVO


SULLA DOTTRINA DELLA PENITENZA.


La doctrine de la pénitence causa une nouvelle subversion dans la morale déjà confondue par la distinction arbitraire des pêchès. Sans doute c’était une promesse consolante que celle du pardon du ciel pour le retour à la vertu; et cette opinion est tellement conforme aux besoins et aux foiblesses de l’homme, qu’elle a fait partie de toutes les religions. Mais les casuistes avoient dénaturé cette doctrine et imposant des formes précises à la pénitence, à la confession et à l’absolution. Un seul acte de foi et de ferveur fut déclaré suffisant pour effacer une longue liste de crimes... Pag. 415.


Non avendo l’erudizione necessaria per discutere l’asserzione dell’illustre autore, che la promessa del perdono celeste per il ritorno alla virtù è un’opinione comune a tutte le religioni, la lascio da una parte. Da quel poco che ho raccolto ne’ libri, sulle varie religioni e sulla pagana in ispecie, m’è rimasta l’idea che alcune avessero delle cerimonie, per mezzo delle quali si potessero espiare le colpe, senza che ci abbisognasse il ritorno alla virtù; e che l’idea della conversione si deva, non meno che la parola, alla religione cristiana. A ogni modo una tale questione, quantunque importante, non ha una relazione necessaria con l’argomento; e si può, senza toccarla, difendere pienissimamente la dottrina cattolica sulla penitenza dalle censure che qui le vengono fatte: anzi queste saranno un’occasione per mettere in chiaro la sua somma ragionevolezza e perfezione.

Tre sono principalmente queste accuse: che l’avere imposte forme precise alla penitenza ne abbia snaturata la dottrina; che i casisti abbiano imposte queste forme; che un atto di fede e di fervore sia stato dichiarato bastante a cancellare i delitti. Noi le esamineremo partitamente, non seguendo però l’ordine con cui sono presentate, ma quello che ci pare più adattato all’intento d’esporre la vera dottrina della Chiesa su questo punto.


I.


Chi abbia imposte forme precise alla penitenza.


Dall’essere nel Vangelo espressamente data ai ministri l’autorità di rimettere e di ritenere i peccati, ne segue la necessità di forme per esercitarla; ma chi ha potuto imporre queste forme? Se i casisti si fossero arrogato un tale diritto, avrebbero alterata tutta l’economia del governo spirituale; ma come si può supporre che i casisti, i quali non costituiscono un corpo, e non hanno alcun mezzo di deliberare in comune, si siano intesi a stabilire queste forme con gli stessi princìpi, e in una stessa maniera? Come si può supporre che tutte le chiese le abbiano ricevute da persone senza autorità, che le autorità stesse ci si siano assoggettate, di maniera che nessuna se ne crede esente? che i papi stessi si siano lasciati imporre da loro una legge, per la quale si confessano a’ piedi d’un