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Lombardia. Vedevasi a ciascun mese perir nelle fiamme parecchi astrologi o fattucchieri. Di mezzo a questi abusi della superstizione l’ateismo osava mostrarsi alla scoperta. Pietro d’Ascoli negava l’esistenza degli esseri immateriali; Guido Cavalcanti pubblicava le sue meditazioni contro l’esistenza di Dio. Era questo uno strano caos di fanatismo, d’empietà, di baldanza, di credulità, di barbarie, di licenziosità, di barlumi, d’incertezze, di scetticismo e di dogmatismo; turbine oscuro e procelloso il cui punto centrale era sempre quel pensiero religioso, così barbaramente profanato, oggetto d’un culto così cieco ed ardente.

Riuniscansi ora nello spirito tutti questi elementi di che veniva composto lo stato politico, religioso e morale dell’Europa, e sopratutto dell’Italia; nascer vedrassi, a dir cosi, dalla spontanea loro fusione, il capo-lavoro che ha reso Dante immortale. La fonte del patetico ch’egli impiega con tanto successo, si è la religione; per lei egli è, e pel mezzo de’ terrori e delle speranze della medesima ch’egli ha mosso le passioni, toccato il cuore, spaventato le immaginazioni, esercitato la sublime funzione di punitore e di rimuneratore, di distribuitore di ricompense e di pene. Onde