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cui i ministri dell’Altissimo potevano a grado loro dirigere i movimenti. Quindi nacque l’onnipotenza de’papi. S’avrebbe torto a dinotarla come funesta. I pontefici cominciarono dal secondare i progressi della civilizzazione. Una violenta brama di libertà, d’equità, d’indipendenza, covava nelle città d’Italia, fu desso il clero che aiutò i loro sforzi e sodisfece a’loro bisogni. I due secoli che scorsero dopo il pontificato di Gregorio VII insino all’epoca in cui visse Dante, furono testimoni di questa grande rivoluzione, risultato de’costumi giganteschi di questo papa, uno dei più ragguardevoli uomini che siano comparsi nell’istoria moderna.

Gregorio VII fondò la sua potenza con questa sola parola Io li scomunico: questo vecchio papa cangiò così il mondo intero: con questa sola arma forzò i principi a cedere al papa i dominii destinati alla sussistenza del clero ed al suo sostentamento. In un istante la milizia romana trovossi ripartita in tutti i punti di cristianità. Tutte le proprietà dei monaci, proprietà estese e ben coltivale divennero di pertinenza del sovrano pontefice. I preti in qualsivoglia luogo si fossero, divennero sudditi del papa, l’opulenza dell’Europa intera venne a riempire i forzieri del Vaticano, e Gregorio, mo-