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VIII

di come si giunge a una dottrina ferma e a una esposizione persuasiva, sfrondando, potando stò per dire, la vegetazione a principio soverchia dei concetti, e delle parole. Io non entrerò nella dottrina stessa, a cui il Manzoni si ferma o s’avvia nei diversi punti dei quali tratta, o a’ quali accenna. Il farlo non è l’oggetto di questa edizione dei suoi scritti inediti. Mi contento di prepararvi, il più largamente che io possa, materia a chi vorrà scrivere del Manzoni un libro che non è ancora scritto, che sarebbe vergogna se non si scrivesse, ma che certo non poteva essere scritto prima che del Manzoni diventasse noto, in aggiunta a quello che ha pubblicato lui, tutto quanto egli ha lasciato inedito, in aggiunta, cioè, a quello che rappresenta la perfezione del pensare, dell’immaginare, dell’esporre, secondo egli la in tendeva; tutto ciò, che tra i manoscritti ritrovati dopo la sua morte, è atto a mostrare lo sforzo fatto, il cammino seguito per raggiungere quella perfezione. Degli uomini di primissima riga, com’egli fu e resta, bisogna conoscere non solo la meta, ma anche la via.


Roma, 23 febbraio 1887.


Bonghi.