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vero ciò che alcuni scrittori francesi affermano, che il Montecuccoli avesse avuto tre o quattromila uomini sopra il Turenna. Ma e gli Austriaci il negano (fra gli altri il padre Wagner scrittore assai diligente del regno di Leopoldo Cesare), e non par ragionevole il credere questa copia di soldati sul Reno, in un tempo che la casa d’Austria manteneva altri due corpi, quello che militava sulla Mosella, e quello che in Pomerania faceva fronte agli Svedesi. Se in quella campagna, almen sul fine, alcun de’ due emuli era superiore, parrebbe, ben ponderate le cose, che quello fosse appunto il Montecuccoli. L’esercito suo aveva vissuto in piena abbondanza di ogni cosa per la maravigliosa avvertenza del Generale di tener sempre aperta la comunicazione co’ fertili paesi della Svevia e del Palatinato, dove i Francesi erano stretti di provvigioni, massime per i cavalli, a tal che per parecchi giorni ebbero a pascersi delle foglie degli alberi. Le fanterie austriache erano da competere colle francesi. La cavalleria alemanna era superiore alla francese, almen per questo che la francese era notabilmente scemata e consunta per i recenti disagii. I generali austriaci, fra’ quali si nomina il principe di Lorena, il margravio di Baden, il conte Enea Caprara, il Dunevald, erano tutti uomini di sperimentato valore e capacità. La situazione del Montecuccoli era sicuramente la più vantaggiosa. Egli stesso piantò batterie, schierò l’esercito in battaglia, segno che voleva combattere; né egli avrebbe pensato ad avventurare la battaglia, se non avesse veduto vantaggio manifesto. Come adunque conchiudere, come inferire che egli era sull'atto di succumbere, e presso al momento di perdere? P.

29 Enrico de la Tour d’Auvergne, visconte di Turenna, nacque a Sedan l’anno 1611 di Enrico duca di Buglione,