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ritornate all’antica eccellenza, e l’Estense famiglia all’antica grandezza. Ma l’Austria, lontano Montecuccoli, non poteva riputarsi lungamente sicura, il perchè dall’Italia, ove rapidamente venne, e rapidamente vinse, con pari celerità si ricondusse nell’Alemagna. Era l’Austria allora travagliata dalla implacabil nimicizia de’ Francesi e degli Svedesi16, nazioni cupidissime di quella stessa signoria, che fu per alcun tratto da lei sovra l’imperio germanico esercitata; poderosi i Francesi per la natural forza del lor reame, prodi per vivacità di sangue e per una certa dimestichezza di combattere contratta nelle civili guerre, e favoriti da’ piccioli stati di Alemagna per l’invidia de’ maggiori; gli Svedesi conquistatori sotto Gustavo Adolfo, e freschi ancora di quella nobilissima scuola, nati sotto militar costituzione, come i Romani, e, come i Romani, agricoltori a vicenda e soldati, e tanto più certi di opprimere l’imperio, quanto che per la Pomerania vi erano domiciliati, e quanto che ne contenevano i Principi sotto il freno di una simulata protezione; e quasi per gli accennati nemici non fossero abbastanza mal condotte le cose austriache, si aggiugnea il terrore de’ Turchi, sempre sull’arme, e sempre, quando palesemente non nuocevano, intenti ad assecondare la ribellione, che impunemente inalberava nella Ungheria il suo stendardo fra le acclamazioni de’ popoli, cui pareva esser liberi, quando si mutava titolo e nome della loro suggezione.

Gli affari di Cesare per tante forze congiurate