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LIBRO PRIMO 93

dosi dalle terre imperiali, e procedere in paese deserto e spoglio di abitatori; ma Belisario, pernottato nella città di Sura1, aggiunseli nel punto medesimo in che s’apprestavano frettolosamente alla partenza. Ricorreva in quel dì la vigilia di Pasqua, prima di tutte le solennità cristiane, ed a cui era uopo far precedere un’astinenza totale di cibo comunque e bevanda non solo nell’intiero corso della giornata, ma anche in molta parte della notte.

IV. Il duce romano vedendo le sue truppe impazientissime di combattere le adunò, col parere dello stesso Ermogene di fresco arrivatovi, per distorle dal proposito loro, e disse:

V. «Da qual furore, o valorosi Romani, da quali sofferenze indotti volete ora correre intempestivamente sì pericoloso aringo? Perchè voi soli negherete essere la prima di tutte le vittorie il non riportare nocumento alcuno dai nemici? come a noi di presente vien concesso dalla fortuna e dal timore destatosi in essi pel nostro arrivo. Non sarà quindi meglio rimaner soddisfatti di questo bene, e punto non curar chi fugge? Que’ Persiani che ebbri di speranza movevanci contro rimasero già delusi, e li vedete dare le spalle; nè se li costringessimo a far mostra nuovamente dei

    dane la fortezza e la situazione con queste parole: Postridie ad Callinicum (ventum est), munimentum robustum commercandi opimitate gratissimum (lib. xxiii, cap. 6).

  1. In questa città, che sussiste ancora e porta lo stesso nome, avevano i Giudei una scuola emula di quella di Nebardea.