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CAPO XXXI.

Antica istituzione dei Veredarii nelle provincie dell’Imperio, e oggetto della medesima. Riforma che per avarizia ne fa Giustiniano. Per avarizia egualmente sopprime gli esploratori. Sopprime eziandio i camelli in servizio degli eserciti. Conseguenze funeste di queste misure.

Come poi alla utilità del servizio pubblico badasse, lo prova ciò che stabilì rispetto ai veredarii, ed esploratori. Gli antichi Imperadori romani ad oggetto di essere prestissimo informati dai nunzii di qualunque macchinamento de’ nemici in questa o quella provincia, e in ciaschedun municipio, se sedizione, o alcun altro improvviso caso nascesse; e che cosa per tutta l’estensione dell’Imperio facessero i prefetti, e i pretori e gli altri, ed affinchè insieme i tributi annui senza ritardo e con tutta sicurezza venissero trasportati, stabilirono un pubblico e rapido corso in luoghi appostati, nella maniera che siegue. Sulla strada che uno svelto viaggiatore fa in un giorno, piantarono dove otto, dove minore numero di stalle, non mai però meno di cinque. In ciascheduna stalla erano pronti da circa quaranta cavalli, ed altrettanti stallieri. Con questa comodità quelli che hanno questo carico, con que’ cavalli esercitatissimi, gli uni sostituendosi agli altri, corrono in una giornata qualche volta la strada che altrimenti farebbesi in dieci. Con questo mezzo i possessori delle campagne tutte, anche mediterranee, assaissimo avvantaggiavano ne’ domestici loro affari, poichè grossa