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dinato. In questa servile adulazione avea degenerato anche il senato, maestra di tanto Teodora: e così l’Imperio romano veniva deformato, parte per la leggerezza del tiranno, per la quale nulla v’avea di stabile, parte per la difficile protervia di Teodora, per la quale metteasi remora a tutto.

Di tanto adunque erano per indole e per maniera di vivere differenti tra loro i due regnanti; ma tutti e due aveano avidità d’oro e di sangue; e tutti e due erano d’anima falsa, poichè furono entrambi artefici ingegnosissimi di menzogne. Se alcuno mal veduto da Teodora venisse accusato del più leggier fallo, su questo fabbricavasi una calunnia la meno presumibile contro di lui, ed amplificatone un delitto infiniti altri vi si accumolavano, e tosto s’istaurava un giudizio di spogliamento de’ sudditi; ed essa chiamava innanzi a sè i giudici, tutti per ambizione gareggianti in pronunciare una sentenza conveniente alla crudeltà dell’Augusta. Ed allora confiscatine i beni, essa il reo, comunque pur fosse chiaro per nobiltà de’ maggiori, crudelissimamente battuto colle verghe condannava o all’esiglio, o alla morte. Al contrario, se venissero arrestati uomini, pe’ quali ella avesse affezione, rei manifesti o di omicidio, o di altri infami delitti, le querele degli accusatori eludendo, ora con aspre, ora con ischerzose parole, questi spaventava a modo, che anche a loro dispetto doveano abbandonare la causa, e ritrarsi dal giudizio. Usava essa far soggetto di scherzo e di riso, secondo il suo capriccio, e per espresso fine, anche cose gravissime, come se fosse in teatro, e sulla scena. E siane prova il seguente fatto.