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422 capitolo

Questo colpo trapassa dentro all’ossa;
     Questa terza ferita è più mortale;
     57Questa saetta vien con maggior possa.
Mai non si spegne questo acerbo male;
     Mille volte rinasce, s’una muore;
     60Perchè suo padre, e sua madre è immortale;
E, come io dissi, trionfa nel cuore
     D’ogni potente, ma più si diletta
     63Nel cuor del popol, quando egli è signore.
Questo è ferito da ogni saetta
     Più crudelmente; perchè sempre avviene,
     66Che dove men si sa, più si sospetta.
E le sue genti d’ogni invidia piene
     Tengon desto il sospetto sempre, ed esso
     69Gli orecchi alle calunnie aperti tiene.
Di quì risulta, che si vede spesso
     Come un buon cittadino un frutto miete
     72Contrario al seme, che nel campo ha messo.
Era di pace priva, e di quiete
     L’Italia allor che il Punico coltello
     75Saziata avea la barbarica sete;
Quando già noto nel Romano ostello,
     Anzi dal Ciel mandato un uom divino,
     78Qual mai fu, nè mai fia simile a quello.
Questo ancor giovinetto in sul Tesino
     Suo padre col suo petto ricoperse;
     81Primo presagio al suo lieto destino;
E quando Canne tanti Roman perse
     Con un coltel in man feroce, e solo
     84D’abbandonar l’Italia non sofferse.
Poco dipoi nello Ispanico stuolo
     Volle il senato a far vendetta gisse
     87Del comun danno, e del privato duolo.