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DECENNALE PRIMO. 367

E non essendo insieme mai ridotti,
     Per varj luoghi, e in più parti dispersi,
     486Dal tempo, e da’ nemici furon rotti.
Onde avendo l’onor, e i danar persi
     A Salsa, a Roma, e quivi tutto mesto
     489Si dolse il Gallo de’ suoi casi avversi.
E parendo all’Ispano aver in questo
     Conflitto avuto le vittorie sue,
     492Nè volendo giocar co’ Galli il resto,
Forse sperando ne la pace piue
     Fece fermar il bellico tumulto,
     495E della tregua ben contento fue.
Nè voi teneste il valor vostro occulto.
     Ma d’arme più gagliarde vi vestisti,
     498Per poter meglio opporvi a ogni insulto;
Nè dalle offese de’ Pisan partisti,
     Anzi toglieste lor le terze biade,
     501E per mare, e per terra gli assalisti.
E perchè non temean le vostre spade,
     Voi vi sforzaste con varj disegni
     504Rivolger Arno per diverse strade.
Or per disacerbar gli animi pregni
     Avete a ciaschedun le braccia aperte,
     507Che a domandar perdon venir si degni.
Intanto il Papa, dopo molte offerte,
     Fe’ di Furlì e de la rocca acquisto,
     510E Borgia si fuggì per vie coperte.
E benchè e’ fosse da Consalvo visto
     Con lieto volto, li pose la soma,
     513Che meritava un ribellante a Cristo.
E per far ben tanta superbia doma,
     In Ispagna mandò legato e vinto
     516Chi già fe’ tremar voi e pianger Roma.