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Libro primo, Ode XXXIV. 57

XXXIV.


Parco e di numi cultor non solito
    Finchè d’insana scíenza tumido
        Errai, dar le vele a ritroso
        4Ed i corsi negletti iterare

Ora m’ingegno: poi che con igneo
    Lampo squarciando Giove le nuvole
        Più volte, i tonanti cavalli
        8Spinse e il cocchio volante al sereno,

Sì che la terra bruta e gli errabili
    Fiumi e lo Stige e le sedi orride
        Del Tartaro inviso e d’Atlante
        12Il confine si squassa. Può Dio

Far sommi gl’imi: l’insigne ottenebra,
    Gli oscuri illustra. Quinci la rapida
        Fortuna con aspro stridore
        16Toglie il colmo e posarlo qui gode.