Pagina:Opere di Giovanni Berchet pubblicate da Francesco Cusani, Milano, Pirotta, 1863.djvu/56

     115Notturne inique uccisïon pasciute,
     Di sua sposa la fede1, e di suo padre
     Rispettate la fama2, e al sacro capo
     Del mite usurpator3 deh! perdonate.
     Noi la rosa di neve4 alla nimica
     120Sua di rossor dipinta e sopra e sotto
     Spargiam congiunta: di lor spine all’ombra
     Ecco in suo sangue avvoltolarsi appena
     Nato il cignal setoso5. Or via, fratelli,
     Giù sul telajo maledetto curvi
     125Nostra vendetta stampiam noi profonda,
     E la sentenza confermiamo intera.
     Vedi Odoardo!6 A repentino fato
     (Su! la trama tessiamo: è torto il filo)
     Del tuo cuor la meta per noi dannata.
     130Tessuto è il drappo e già compita è l’opra. —
     Fermatevi, fermate! Ahi! non compianto,
     Non benedetto a lagrimar me solo
     Qui non lasciate. — In quel solco di luce
     Che tutto il cielo d’occidente infoca,

  1. Margarita d’Anjou figlia di Renato re di Provenza e moglie di Arrigo VI, debole e superstizioso. Ella con intrepidezza sostenna la causa dei Lancaster.
  2. Il celebre Arrigo V, che conquistò molta parte della Francia.
  3. Arrigo VI, sopracitato: fu per ordine di Edoardo IV d’York, scannato nella nella Torre di Londra. Il poeta lo chiama mite usurpatore, perchè debole, e della famiglia dei Lancaster.
  4. La rosa bianca era l’emblema d’York, la rossa di Lancaster: quindi la lunga guerra fu detta delle due rose. Intrecciate le chiama il Gray, perchè Arrigo VII, salendo al trono, riunì i diritti delle due case sposando Elisabetta figlia di Odoardo IV.
  5. Impresa di Riccardo III: appena nato, perchè dopo due anni di regno morì combattendo contro Arrigo VII.
  6. Torna il poeta a parlare di Odoardo I, e indica per sua pena la morte della sua virtuosa moglie Eleonora di Castiglia.