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58 poesie


Strofe.
Già quivi il ressero
     20Pastori d’anime
     Per lunghi secoli
     Con tale studio,
     Che ’l re dell’Èrebo
     N’ebbe dolor.
Antistrofe.
25Specchio ben fulgido
     Furo lor opere,
     Cui dentro i popoli
     Cinti di tenebre
     La via scorgessero
     30Del vero onor.
Epodo.
Ma del rio tempo la sì gran possanza
     Con spessi giri
     Fa che si miri
     Ogni cosa quaggiù cangiar sembianza;
     35E fra l’umana gente
     Mutar veggiamo in adoprar la mente.
Strofe.
Saul sottrassesi
     Al sacro Imperio
     Di Dio grandissimo:
     40David disfecesi
     In calde lacrime
     Quando peccò.
Antistrofe.
Quinci di biasimo
     Quei sen va carico,
     45Sozza memoria!
     Questi si celebra,
     Nè fra’ nomi incliti
     Tacer si può.
Epodo.
Ma per altrui coglier non so dispregi
     50Lungo Elicona:
     Ben fo corona
     Fulgida più che d’oro a’ Grandi egregi;
     Però sopra il Permesso
     Al sacro Urban questa sì fatta io tesso.
Strofe.
55Qual Rosa in Gerico
     Tra’ fior che odorano,
     O quale è balsamo
     Infra gli aromati,
     Tal fra’ Pontefici
     60Il vo’ ben dir.
Antistrofe.
In van di tossico
     Arma sue vipere
     Megera Eretica:
     In van Malizia
     65Covando insidie
     Spera tradir.
Epodo.
Come per Luglio delle spiche amante
     Aura rovaja
     Sgombra dall’aja
     70Al suo primo soffiar le paglie infrante;
     Di Urban l’alta bontate
     Sgombra i costumi rei di questa etate.
Strofe.
Puri Luciferi,
     Purissimi Espcri
     75Ci s’apparecchiano;
     Giojosa Cerere,
     E lieto Bromio
     Trionferà.
Antistrofe.
Farà Melpomene,
     80Che alto risuonino
     Celesti cembali;
     E l’alma Aglaja
     Col piè d’avorio
     Carolerà.
Epodo.
85Febo d’allor cinto le terse chiome
     In novi modi
     tesserà lodi
     Dell’adorato Urbano al chiaro nome.
     Per cui fatte gioconde
     90Eccheggieran del Tebro ambe le sponde.

LXXXIII

III

Strofe.
Su questo scoglio
     Spesso raccoglio
     L’ali del mio pensiero;
     Quando mi avveggio,
     5Ch’ei per suo peggio
     Trasvola mal sentiero.
Antistrofe.
Picciol soggiorno;
     Ma pure intorno
     Teti ci scherza, e Dori;
     10E sull’Aprile
     Aura gentile
     Viene a crearci i fiori.
Epodo.
Nè d’aspro Borea
     Per nubi gelide
     15Sento alcun verno,
     E pur d’Erigono
     Il can sì fervido
     Qui prendo a scherno,
Strofe.
Caro ricetto,
     20Io qui soletto,
     E d’ogni cura in bando,
     Con stil Tebano,
     Del sacro Urbano
     Fommi sentir cantando.
Antistrofe.
25Astro, che sorge
     Sul Tebro, e sorge
     Per superno viaggio;
     Al cui bel lume
     In van presume.
     30Nube di fare oltraggio.
Epodo.
Formò per Ercole
     La dotta Grecia
     Schiere di mostri:
     Per lui si finsero
     35Cotanto orribili
     Di Lerna i chiostri.