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del chiabrera 125

     E crescan ire
     Per mio martire,
     15E cresca orgoglio
     Per mio cordoglio.
Che s’io rammento
     La nobil mano,
     Ogni tormento
     20M’assale invano;
     Man bianca e pura,
     Che in prova oscura
     Spume marine,
     E nevi alpine.
25O tu, che altiero
     Saetti, Amore,
     Chiamati Arciero
     Per suo valore;
     Che ogni tuo strale
     30È per sè frale,
     Ne l’arco offende,
     S’ella nol tende.

XLVI

Che in Amore son pene.

Cor, che d’atti empj e crudeli
     Ti quereli,
     Non sai tu, che Amore è reo?
     A penar tu non sei solo:
     5In gran duolo
     Già così piangeva Orfeo.
Cinta il crin d’oscure bende
     Notte ascende
     Per lo ciel su tacit’ali;
     10E con aer tenebroso
     Dà riposo
     Alle ciglia de’ mortali.
Non è riva erma e selvaggia,
     Non è piaggia
     15Di bei fior vaga e dipinta,
     Nel cui seno alberghi fera
     Così fiera,
     Che dal sonno or non sia vinta.
Chiuso ramo intra le foglie
     20Ora accoglie
     Gli augelletti volatori;
     E nel mare in grembo a Teti
     Or quïeti
     Stansi i pesci notatori.
25Io soletto al duol, che spargo,
     Gli occhi allargo,
     Perchè forte indi trabocchi;
     E pasciuti di veneno
     Giù nel seno
     30Vegghia il cor, non men che gli occhi.
Per tal via non soffre un core
     Rio dolore,
     Che appo me non sia felice;
     Ah che in terra il mio conforto
     35Teco è morto,
     Amatissima Euridice!
Lasso me! che far deggio io?
     Rive, addio,
     Troppo liete a’ dolor miei:
     40Vegno a voi, monti silvestri,
     Fiumi alpestri,
     Vegno a voi, ghiacci Rifei.

XLVII

Riso di Bella Donna.

Belle rose porporine,
     Che tra spine
     Sull’Aurora non aprite;
     Ma ministre degli Amori
     5Bei tesori
     Di bei denti custodite:
Dite, rose prezïose,
     Amorose;
     Dite, ond’è, che s’io m’affiso
     10Nel bel guardo vivo ardente,
     Voi repente
     Disciogliete un bel sorriso?
È ciò forse per aita
     Di mia vita,
     15Che non regge alle vostr’ire?
     O pur è, perchè voi siete
     Tutte liete,
     Me mirando in sul morire?
Belle rose, o feritate,
     20O pietate
     Del sì far la cagion sia,
     Io vo’ dire in nuovi modi
     Vostre lodi,
     Ma ridete tuttavia.
25Se bel rio, se bell’auretta
     Tra l’erbetta
     Sul mattin mormorando erra;
     Se di fiori un praticello
     Si fa bello,
     30Noi diciam: ride la terra.
Quando avvien che un zefiretto
     Per diletto
     Bagni il piè nell’onde chiare,
     Sicchè l’acqua in sull’arena
     35Scherzi appena,
     Noi diciam che ride il mare.
Se giammai tra fior vermigli,
     Se tra gigli
     Veste l’Alba un aureo velo;
     40E su rote di zaffiro
     Move in giro,
     Noi diciam che ride il cielo.
Ben è ver quando è giocondo
     Ride il mondo,
     45Ride il ciel quando è giojoso,
     Ben è ver; ma non san poi
     Come voi
     Fare un riso grazïoso.

XLVIII

Dolce sdegno di Bella Donna.

Se il mio Sol vien, che dimori
     Tra gli Amori,
     Sol per lei soavi arcieri;
     E riponga un core anciso
     5Con bel riso
     Sulla cima de’ piaceri:
Tale appar, che chi la mira
     La desira