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lebrò col pennello questa follia, e ne destò un’altra coi suoi quadri. Nessuno ha reso più meravigliosamente di lui le sfumature infinite, la freschezza, la trasparenza, la vellutatura, le grazie, i pudori, le languidezze, i mille segreti di bellezza, tutte le sembianze della vita pomposa e delicata di questa perla della vegetazione, di questo vezzo amoroso della natura, che è il fiore. Gli Olandesi gli portavano le meraviglie dei loro giardini perchè le copiasse; tutti i re gli domandavan dei fiori; i suoi quadri eran pagati somme, per quei tempi, favolose. Geloso di sua moglie e della sua arte, lavorava solo, invisibile ai suoi stessi fratelli, perchè non scoprissero i segreti del suo colorito; e così visse e morì glorioso e malinconico in mezzo ai petali e ai profumi.

Ma il primo capolavoro del Museo è la celebre Lezione d'Anatomia del Rembrandt.

Questo quadro gli fu ispirato da un sentimento di riconoscenza per il medico Tulp, professore di anatomia ad Amsterdam, il quale lo protesse nella sua giovinezza. Il Rembrandt rappresentò il Tulp coi suoi discepoli aggruppati intorno a una tavola sulla quale è disteso un cadavere nudo con un braccio sparato dal coltello anatomico. Il professore col cappello in capo, ritto, mostra colle forbici i muscoli del cadavere ai suoi discepoli, e spiega. Dei discepoli alcuni sono seduti, altri ritti, altri chinati sul cadavere. La luce che vien da sinistra a destra, illumina i volti e una parte del corpo morto, la-