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dipendenza delle provincie unite. Quel giovane era Maurizio d’Orange, figlio di Guglielmo, al quale gli Stati d’Olanda, poco tempo dopo la morte del padre, conferirono la dignità di Statoldero, e affidarono poi il comando supremo delle forze di terra e di mare.

E mentre l'Olanda piangeva la morte del principe d’Orange, in tutte le città soggette al re di Spagna il clero cattolico festeggiava l’assassinio e l’assassino; i gesuiti lo esaltavano come un martire; l’Università di Louvain pubblicava la sua apologia; i canonici di Bois-le-Duc cantavano il Te Deum. Qualche anno dopo, la famiglia del Gerard riceveva dal re di Spagna un titolo di nobiltà e le terre del principe d’Orange confiscate nella Borgogna.

La casa dove il principe d’Orange fu assassinato, esiste ancora; è un edificio d’aspetto cupo, con finestre centinate e una stretta porta, che forma parte del chiostro d’una antica chiesa consacrata a sant’Agata, e porta ancora il nome di Prinsenhof benchè serva ora di caserma all’artiglieria. Domandai il permesso d’entrare all’ufficiale di guardia; un caporale, che sapeva un po’ di francese, mi accompagnò; attraversammo un cortile pieno di soldati e arrivammo al luogo memorabile. Vidi la scala che saliva il principe quando fu ferito, l’angolo oscuro dove s’era rimpiattato il Gerard, la porta della sala dove lo sventurato Guglielmo desinò per l’ultima volta, e le traccie delle palle nel muro, in un piccolo spazio imbiancato, con un’iscrizione olandese che rammenta che là morì il padre della pa-