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libro vigesimo 213

Parte uguale con gli altri anco ad Ulisse
Fu posta innanzi dai ministri, come345
Volle il caro figliuol: nè degli oltraggi
Però Minerva consentia, che i Proci
Rimettessero un punto, acciocchè al Rege
L’ira più addentro penetrasse in petto.
V’era tra loro un malvagio uom, che avea350
Nome Ctesippo, e dimorava in Same.
Costui, fidando ne’ tesor paterni,
La consorte del Re con gli altri ambiva.
Surse, e tal favellò: Proci, ascoltate.
Il forestier, qual conveniasi, ottenne355
Parte uguale con noi. Chi mai vorria
Di Telemaco un ospite fraudarne,
Chiunque fosse? Ora io di fargli intendo
Un nobil don, ch’egli potrà in mercede
Dar poscia o al bagnajuolo, o a qual tra i servi360
Gli piacerà dell’immortale Ulisse.
     Così dicendo, una bovina zampa
Levò su da un canestro, e con gagliarda
Mano avventolla. L’inconcusso eroe
Sfuggilla, il capo declinando alquanto,365
Ed in quell’atto d’un cotal suo riso
Sardonico ridendo; e il piè del bue
A percuotere andò nella parete.